Tutto è bene quel che finisce bene
Mi chiamo Jared Ren. Sono nato negli Stati Uniti e sono un ballerino della Shen Yun Performing Arts. Questa è la storia della rottura del mio tendine d'Achille.
8 febbraio 2018; Sydney, Australia
La giornata è iniziata come qualsiasi altro giorno in tournée. Poiché avevamo uno spettacolo serale, abbiamo potuto dormire un po' di più al mattino. Mi sono svegliato e sono andato con i miei amici ballerini a fare shopping a Sydney e a pranzare. Ricordo che quel giorno ero piuttosto affamato e ho mangiato due porzioni da Pepper Lunch, che erano straordinariamente deliziose (ripensandoci bene, quel pasto è stato, senza saperlo, come un’ultima cena). Siamo andati a teatro, abbiamo fatto esercitazione, cenato e iniziato a prepararci per lo spettacolo.
Durante il riscaldamento prima dello spettacolo, ho iniziato a praticare i movimenti di acrobatica, in particolare la rondata, un movimento simile alla ruota, in cui le gambe si uniscono in aria, si spinge con le braccia e si rimbalza a terra con i piedi. Dopo aver fatto il primo salto, ho sentito un po' di dolore al tendine d'Achille destro ma non ci ho fatto caso, pensando che fosse solo un normale indolenzimento dovuto agli spettacoli precedenti. Mi sono rimesso in fila dietro gli altri ballerini e ho eseguito la tecnica una seconda volta. Nell'esatto momento in cui ho toccato terra, ho sentito uno schiocco, come quello di un chicco di mais nel microonde, proveniente dal tendine d'Achille destro. Sentendo che qualcosa non andava, sono atterrato solo sulla gamba sinistra e mi sono immediatamente seduto sul pavimento. Ho compreso subito cosa era successo: mi ero appena rotto il tendine d'Achille destro.
Il coreografo Gu Yuan, che era in tournée con noi in quella stagione, si è avvicinato e si è inginocchiato davanti a me, tastando entrambi i tendini. Ha fatto un breve respiro e ha chiamato immediatamente il nostro coordinatore e due dei miei amici ballerini per aiutarmi a sollevarmi dal pavimento. Il nostro direttore di scena è corso a vedere come stavo, ha fatto qualche telefonata per far venire dei medici locali a vedere il mio piede e ha cercato di consolarmi con parole di incoraggiamento.
Seduto sulla pedana, ho osservato con tristezza i miei amici ballerini che, velocemente ma con calma, hanno cambiato tutte le formazioni per sopperire la mia assenza. Nonostante i tempi fossero estremamente stretti, i ballerini venivano a chiedermi come stavo ogni volta che ne avevano l'occasione. I miei compagni non hanno fatto altro che incoraggiarmi, anche quando si sono trovati nella situazione di dover cambiare tutte le formazioni all'ultimo minuto a causa del mio infortunio.
Mentre gli altri ballerini facevano gli ultimi preparativi per lo spettacolo, sono stato portato in un'altra stanza nell’attesa che due medici locali mi visitassero. Mentre aspettavo il loro arrivo, ho sentito il suono fin troppo familiare del gong, seguito dalla musica di apertura che risuonava nell'aria. In quel momento ho sentito come se il mio cuore fosse andato in frantumi e le lacrime mi hanno immediatamente rigato il viso. Sapevo che c'era un posto per me su quel palco, ma non potevo essere lì. In quel preciso momento ho capito quanto fosse prezioso e importante per me far parte di Shen Yun.
2 marzo 2018; New York, USA
In seguito ai pareri dei due medici (e al successivo parere di un terzo medico), sono tornato negli Stati Uniti per sottopormi a un intervento di ricostruzione del tendine d'Achille. L'intervento è andato bene e ho iniziato ad affrontare il lungo e faticoso percorso di riabilitazione.
Il processo è stato estremamente gratificante poiché ogni giorno sentivo i progressi: dall'ingessatura al passaggio allo scarpone, dalle stampelle alla deambulazione, dalla deambulazione con lo scarpone a quella con le scarpe da ginnastica, dal recupero della mia normale andatura dopo aver camminato zoppicando, fino alla corsa e infine al salto.
Ad essere sinceri, all'inizio le mie aspettative su ciò che avrei ancora potuto fare in futuro come ballerino erano piuttosto scarse. Pensavo che se avessi potuto correre, fare dei salti facili e ballare nei balli di gruppo, sarebbe già stato abbastanza. Ma ogni passo del mio recupero mi ha dato più speranza per il futuro. Con il graduale aumento della forza e della flessibilità, quella luce splendente alla fine del tunnel è diventata sempre più vicina e luminosa. Con l'aiuto della fisioterapia e di una assidua pratica di meditazione, sono riuscito a recuperare molto più rapidamente di quanto i medici e i terapisti si aspettassero. Alla fine del quarto mese dopo l'intervento, ero pronto a rientrare nella compagnia.
Oggi, 2024
Sei anni fa mi sembrava che il mondo fosse crollato, ma oggi sono nuovamente in forze e posso guardare quell'esperienza con un sorriso. Le mie pessime aspettative si sono rivelate proprio essere solo aspettative, non la realtà. In questi anni sono riuscito a recuperare completamente e a superare le mie precedenti capacità tecniche. Sebbene il periodo successivo all'infortunio sia stato triste, mi ha permesso di maturare e mi ha dato molto tempo per riflettere.
La vita di un danzatore è intrinsecamente fatta di dolore e fatica. Spesso desideriamo solo riposare e dimenticare tutti i nostri problemi. Svegliandoci presto ogni giorno per praticare il nostro mestiere e andando a dormire tardi, a volte a causa delle prove serrate, desideriamo una vita più tranquilla. Con i dolori dello stretching, il fiato corto mentre balliamo e l'indolenzimento di tutto il corpo il giorno dopo, non desideriamo altro che un pò di riposo e comfort. Ma se ottenessimo ciò che pensiamo di volere, saremmo davvero felici?
Durante il mio periodo di recupero, ho potuto dormire quasi tutti i giorni, non avevo un istruttore di danza che mi correggesse e non dovevo spingere la mia flessibilità o la mia resistenza al limite, ma ero estremamente infelice. Mi sono reso conto che, mentre il relax e la comodità possono portare una felicità momentanea, fare ciò che è significativo per se stessi è molto più importante e alla fine conduce a una vita buona, felice e appagante. Anche se le nostre vite ordinarie possono essere ardue e faticose, comprendiamo l'importanza di ciò che facciamo; sappiamo di essere parte di qualcosa di molto più grande di noi. Quando tutto quel dolore e quella fatica se ne sono andati, c'è stato un vuoto enorme nella mia vita.
Ricordo un amico danzatore che dopo il mio ritorno in compagnia mi ha detto: “Il tuo carattere è migliorato tantissimo”. Ho sorriso: “Certo, perché ora capisco davvero quanto sia prezioso questo posto per me e quanto siano piccoli i miei conflitti a confronto. Sono davvero felice di essere qui”. Guardando indietro, la mia ferita potrebbe non essere stata una cosa del tutto negativa dopo tutto, o come si dice in una delle opere di Shakespeare, tutto è bene quel che finisce bene.
Questo articolo è apparso originariamente sul sito web della Shen Yun Community. Leggilo qui.
Tutto è bene quel che finisce bene