Il monaco Tang da 'Viaggio in Occidente'
Domanda: Cos'hanno in comune Tripitaka, Xuan Zang e Tang Seng?
Risposta: Sono tutti nomi della stessa persona. Lo possiamo chiamare semplicemente monaco Tang.
Il sacro pellegrinaggio Viaggio in Occidente inizia più di 1300 anni fa, nell'antica capitale della dinastia Tang, conosciuta come Chang'an, che significa "pace eterna".
La dinastia Tang fu un periodo di grande prosperità, di valori militari e di pluralismi religiosi, che ha visto il fiorire delle arti e delle scienze, e che viene spesso considerato il periodo d'oro della cultura cinese.
Fu allora che il grande imperatore Tang Taizong chiese ad un giovane monaco buddista di intraprendere un pericoloso viaggio. La sua missione, se avesse deciso di accettarla, sarebbe stata di viaggiare verso ovest attraverso le montagne, in quella che oggi è conosciuto come l'India, raccogliere sacre scritture e riportarle in Cina. Il monaco acconsentì.
Il tutto in realtà è basato su una storia vera. Ci vollero 17 anni al monaco Tang per completare il viaggio a piedi e per portare con sé 657 scritture redatte in sanscrito. Trascorse poi il resto della sua vita a tradurle.
Nel romanzo, come nella storia, il monaco è simbolo di pia devozione. Supera 81 tribolazioni, che rappresentano le metafore delle prove che una persona deve attraversare durante un percorso spirituale.
Ad un certo punto, per esempio, riceve l'offerta di sposare una bella regina e di governare una terra abitata solo da donne, godendo di ricchezze e comodità per il resto dei suoi giorni. Il monaco Tang declina l'offerta e prosegue nel suo viaggio.
Come se le cose non fossero già abbastanza difficili, diversi mostri e demoni cercano costantemente di divorarlo, poiché si diceva che un solo morso della sua carne potesse concedere l'immortalità.
Per fortuna il monaco ha un gruppo speciale di guardie del corpo. Andiamo a conoscerle tutte, a partire dal più grande: il dispettoso Re Scimmia.
18 Febbraio 2016